Excingomagus / Exilles
Il toponimo attuale deriva dal medievale Sillis (a. 1065) o Exillis (a. 1172), che mostrano la trasformazione del celtico latinizzato *ixélleus, *ixellus (“in ixellis”), a sua volta resa latina del celtico *ixsellos “basso”. La forma originaria voleva dunque significare “luogo di raduno o di pascolo nei campi in basso”, in modo analogo ai consimili Issiglio (TO) e Iselle, fraz. di Trasquera (VB). D’altra parte le indicazioni degli itinerari concorrono ad identificare in Exilles la Excingomagus citata da Strabone e Plinio. Questo è un tipico nome composto celtico, sulla base *magos = campo, luogo di raduno o di mercato all’aperto. Anche se, proprio perché applicato ai luoghi di mercato stagionale e particolarmente alle fiere del bestiame, talvolta nei toponimi traduce il latino forum, non è obbligatorio che l’indicazione si riferisca sempre ad un insediamento-mercato all’incrocio di vie. La prima parte del nome deriva dal celtico excingos “attaccante, eroe”, formato su una radice *cing- “marciare, avanzare”, per cui cingetos è “colui che avanza nelle schiere, guerriero”, Vercingetorix è “supremo (ver-) re (rix) dei guerrieri” ed excingos è “colui che eccelle o si distacca dalle schiere, eroe”. Anche se è attestato come cognomen in età romana la latinizzazione Excingus è improbabile che si debba considerare il toponimo Excingomagus come riferito ad una specifica persona (“il mercato di Excingus”) mentre conviene rifarsi al significato originario “il campo degli eroi” identificando o la memoria di una battaglia storica o più probabilmente il punto prefissato di raccolta dei guerrieri in occasioni periodiche o in caso di emergenza. Era tipico concordare un primo punto di raduno dei giovani dipendenti da una stessa unità territoriale per far confluire tutte le truppe di una certa area nell’esercito comune: la posizione di Exilles si presta ovviamente al confluire di guerrieri da tutta l’alta Valsusa sia per contrastare eventuali attacchi, come punto di concentrata resistenza in caso di arrivo di nemici dal basso, sia per concorrere alle armate del re di Susa. D’altra parte la zona era attribuita ad una distinta unità etnica, identificata dalla maggior parte degli studiosi con quella dei Segovii (“i vittoriosi”). Non bisognerebbe pensare per l’età preromana a molto più che un punto di ritrovo ed accampamento, forse fortificato, forse un santuario, in un momento in cui i principali insediamenti erano a mezza costa e non sul fondo valle, che però suggerisce in una logica territoriale qualche elemento sull’organizzazione locale della leva dei guerrieri e che comunque sul piano strategico potrebbe addirittura indiziare una logica di difesa verso il basso, dunque di contrasto rispetto al polo di Susa e precedente alla massima espansione del regno della dinastia cozziana.
F.M. Gambari