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Lughnasadh

Già mille volte le spade si erano incontrate
e la terra avea tremato, sì bestia che rabbiosa sgroppa
al sentire della mosca il morso
Per molte lune i tre volte maledetti
la terra rubata avean incantato
‘ché tale conoscenza era per loro naturale
Ma ogni volta le due schiere si incrociano e si intrecciano
sciolgono ranghi e tagliano vite

E venne nuovamente il tempo
per Lug e Balor di scontrarsi
‘che già troppe vite si era spente
e troppe volte nulla si era concluso

E il monocolo, del buio figlio e del dolore padre
lento avanzava sul campo
rosso del sangue di figli e padri
E agile il samildanach, maestro d’arti e figlio di dei e mostri
saltava i fossi e si avvicinava al centro della battaglia
Un oscuro lampo che spegne le vite, ecco il nemico che lancia la malia
Una lucente bagliore, ecco la lancia che taglia il cielo
È dolore, silenzio e stupore tutte le file percorre

Sempiterna e infinita si compie la storia,
scritta nella pietra con tratto pesante

Servi saranno figli del buio
e i segreti della terra saranno insegnati
Saggio padrone, di Dana il popolo sarà
e i segreti di Alba e degli dei verranno cantati

Così la storia al termine volge
che da quel giorno i celti posson sapere
i segreti dei verdi campi e della terra umida
e gli antenati giusto saluto sempre avranno

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