Novii keltoi
Aquile
hanno volato
sulle verdi distese
touta
litaui
briga
molti nomi
per cantare quella madre
più antica del nostro sangue
Il rosso
scorrendo sulla pelle
ha disegnato nuove parole
i padri
perdute le radici
sono crollati intorno
cerchi
un tempo trebā
divengono domus
Cadono
carnuti e canuti
pace è il nome della falce
il cappio
spegne la voce
di chi sapeva sognare
scende l’oscurità
sulle menti e le lingue
antichi storie perdute nell’oblio
Ci hanno insegnato a marciare
nelle loro strade di pietra
ma noi
già correvamo
lungo i sentieri tra tronchi e campi
Mille segni a decorare
le loro mappe di carta
ma noi
già conoscevamo
il nome di ogni balza, vetta e passo
Le vesti e gli ori, intrecciati d’Oriente
adornano i colli delle lupe
ma noi
già possedevamo
i doni dei padri, intessuti di storie
Atir
ancora canta
il gufo nella notte?
Matir
ancora vola
il corvo sui campi?
Bratir
ancora chiama
il sangue sulle pietre?
Antumons
accogliente dimora
schiuderà le sue porte
Litaui
ancestrale madre
nuovamente gonfierà il grembo
Touta
emmos volis
sopra alle vette il richiamo giunge
Non per ciò che è stato, né per vendetta, ma per memoria
Non per i caduti, né per i loro figli, ma per il sangue
Non per l’oro perduto, né per l’argento e l’elettro, ma per l’argento della notte e il rame del giorno
Emmos celtos, sīlon alpon!