Come vestivano
Purtroppo non abbiamo testimonianze dirette dell’abbigliamento dei Taurini, soprattutto perché le tracce archeologiche delle sepolture sono andate distrutte con l’urbanizzazione di Torino dal XVI secolo agli anni ’70. Sappiamo però che, almeno nella prima età del ferro, le tecniche e le decorazioni dovevano essere molto simili a quelle golasecchiane. Quindi, i materiali erano lino, canapa e lana. Le tinture, ovviamente vegetali, gialla (molto diffusa in Piemonte), rossa (robbia), blu (col guado). Il tartan era conosciuto già dall’età del bronzo.
I mantelli erano di spessa lana infeltrita idrorepellente, a volte anche a scacchi. In genere erano corti, avvolti sulle spalle come una stola e fermati con fibule in bronzo, che nelle donne terminavano con pendagli caratteristici e molto eleganti. I mantelli spesso erano usati come cappuccio per proteggersi dalla pioggia o dal sole.
La veste femminile era formata da un lungo pezzo di stoffa a telaio manuale nel quale, durante la tessitura, veniva ricavato il buco per la testa. Non c’erano cuciture perché simbolo di povertà (da cui il termine pezzente). La veste era completamente aperta ai lati e trattenuta in vita da una cintura di cuoio con fibbia in bronzo lavorato a sbalzo e con un gancio che si infilava nei buchi. Più la veste era larga e lunga e più era considerata elegante, poiché formava più pieghe per via della cintura e significava anche più disponibilità di lana e di tempo per tessere! La sottoveste invece era in lino o canapa non tinto e non sbiancato. Spesso la veste elegante era ricamata con fili rossi o blu, i motivi più frequenti trovati nelle tombe sono spirali, triskel, simboli solari.
Le scarpe erano tipo mocassini indiani in cuoio morbido ma con la punta all’insù, moda introdotta al nord dagli etruschi.
I gioielli delle dame consistevano in una collana di grani d’ambra, un braccialetto in bronzo o in pasta di vetro. I capelli erano portati sciolti con anellini in bronzo in fondo ad ogni ciocca. Non si usava ancora il torquis.
Gli uomini portavano certamente le brache, ma quando cavalcavano esse erano di cuoio (più o meno come quelle degli indiani d’america!). Certamente portavano la camisa in lino o canapa, ma non sempre essa aveva lo scollo a “v”, a volte era incrociata sul davanti come un kimono e trattenuta da una fibula semplice. Sappiamo che le cinture dei Taurini avevano fibbie traforate in ferro o bronzo. E’ probabile che anche le loro scarpe fossero a punta in su come quelle riprodotte sui foderi di Hallstatt, visto che i Taurini provenivano dal Norico (attuale Austria orientale). Sicuramente anche in Piemonte i baffi erano molto diffusi.
Purtroppo ci sono pochi ritrovamenti di tombe maschili persino in area golasecchiana. La ragione resta oscura.